Antonino Leonardi

Catania, 4 settembre 1956

Catanese doc, nato e cresciuto nel quartiere “Barriera”, Nino Leonardi mosse i primi passi da calciatore con i Salesiani della “Don Bosco Barriera”, squadra nella quale a 14 anni venne notato da Pippo Cappello e Pippo Crisafulli (talent scout nostrani) e portato al Nord per alcuni provini, in particolare con Varese e Como.
Fortuna volle, invece, che per il biondo Nino si aprissero le porte del Catania Calcio, per intercessione dell’allora responsabile del settore giovanile Russo. Cominciò così la trafila con allievi, berretti e primavera, in un vivaio fondato su tanti giovani locali: Nino Cantone, Gigi Chiavaro, Tuccio Giustolisi, Mimmo Ventura, Giuseppe Giuffrida, Guido Angelozzi.

Era un terzino sinistro infaticabile, volenteroso, determinato; si adattava anche in altri ruoli in difesa e mordeva le caviglie all’avversario di turno, tanto da essere subito soprannominato “il killer con la faccia d’angelo” per quell’aria da bravo ragazzo.

L’esordio in prima squadra avvenne l’11 settembre 1977 in Serie C1 a Campobasso, prima giornata di campionato, con Carlo Matteucci in panchina. Quel giorno Nino, 21 anni, giocò da stopper, destreggiandosi bene in marcatura prima sul centravanti Bracchini e poi sul tiratore Berardi, contribuendo ad un buon pareggio (1-1, con rete di Damiano Morra).

Sebbene esordiente, si guadagnò con merito il posto di titolare, mantenuto anche dopo l’avvicendamento in panchina di Guido Mazzetti. Giocò 28 incontri, compreso lo sfortunato spareggio promozione contro la Nocerina in quel di Catanzaro. Quel giorno marcò Bozzi (che segnò il momentaneo pareggio su rigore) e tentò addirittura la via del gol nel finale con un tiro da una ventina di metri, quando i rossazzurri tentarono il tutto per tutto per evitare la sconfitta.

Leonardi palleggia in allenamento.

Nella nuova stagione, con Adelmo Capelli in panchina, la partenza dei rossazzurri fu “diesel”, con 8 pareggi ed una sconfitta nelle prime 9 gare iniziali; la squadra però pian piano riescì a riprendersi e arrivò ad un passo dalla promozione. Alla penultima di campionato, nello scontro diretto a Pisa, il gol di Quarella spense i sogni di gloria degli etnei. Di nuovo!

Nino era deluso: nonostante le 22 presenze ed un torneo sugli scudi, il terzino rossazzurro avrebbe voluto cambiare aria, dopo 2 promozioni perse al fotofinish ed in vista di adempiere agli obblighi di leva. Alla fine, però, restò ancora a lottare per la maglia rossazzurra, convinto di poter finalmente riporta il Catania in B.

Purtroppo la stagione 1979-80 fu per lui tormentata da alcuni acciacchi fisici e da qualche incomprensione col neo tecnico Lino De Petrillo. Furono solo 9 le presenze in campionato, ma fu presente nella sfida cruciale della stagione, quella del 25 maggio 1980 a Reggio Calabria, dove giocò una gran partita, meritandosi gli onori della cronaca come uno dei migliori in campo. Il Catania vinse 1-0 con rigore di Marco Piga e fu aritmeticamente promosso in Serie B a due giornate dal termine.

Conquistato il salto di categoria, dopo aver iniziato il ritiro coi rossazzurri, Leonardi preferì lasciare: si accasò al Ragusa. Poi Alcamo, l’Atletico del presidente Tabita, Lucchese, Solbiatese e Lecco in ordine sparso. Chiuse definitivamente col calcio nel 1994, per intraprendere l’attività di agente di commercio nel campo della cancelleria.

Leonardi in un’azione di gioco.