Spumante: bollicine in evidenza

Fu il casalese Federico Martinotti, direttore per l’Istituto Sperimentale per l’Enologia di Asti, ad inventare negli anni venti il metodo di rifermentazione controllata in grandi recipienti, poi adottato dal francese Charmat. Il francese Eugène Charmat costruì e brevettò tale attrezzatura, da qui il doppio nome, Metodo Martinotti-Charmat. Il Metodo Martinotti permette di ottenere spumanti, spesso dolci, dalle caratteristiche note fruttate, per mezzo di recipienti a tenuta stagna tipo Autoclave. Questo metodo ha trovato larga diffusione in quanto più idoneo alla produzione di vini spumanti utilizzando vitigni aromatici o fruttati (Moscato o Prosecco).

Uno spumante che nasce in Sicilia è una gustosa rarità per i cercatori di sapori, e si rifà comunque a una tradizione che risale alla fine dell’800. Le uve sono di Nerello Mascalese dai vigneti sulle pendici dell’Etna, a circa 700 metri sul livello dello Jonio: vengono raccolte prima della completa maturazione, per avere una bassa componente zuccherina e una tonalità più pallida. Dalla spumantizzazione con metodo Charmat lungo si ottiene uno spumante molto fresco, con note floreali di ginestra unite al tipico sentore di crosta di pane. A Il Rosso e Il Bianco grande puntata effervescente sugli spumanti con degustazione in diretta con Giuseppe Gangemi di ANTICHI VINAI 1877 alle 17:30 su Radio Lab e 101 FM a Catania e provincia.

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