Elvira Seminara: Atlante degli abiti smessi

Quarto romanzo per la scrittrice, giornalista e artista catanese. Dopo Mondadori L’indecenza (Mondadori, 2008),  Scusate la polvere (Nottetempo, 2011) e La penultima fine del mondo (Nottetempo, 2013), Elvira Seminara con “Atlante degli abiti smessi” (Einaudi) racconta la storia di una donna che fugge a Parigi per ritrovare se stessa e ricucire il rapporto con la figlia.

«Vestiti elfi. Che non trovi in nessun posto quando li cerchi. Ma poi rispuntano beffardi come niente fosse, in bella vista, proprio là, esattamente dove prima non c’erano. Inutile spostare grucce e rovistare, in questi casi, meglio non accanirsi, tanto ritornano. Tu devi far finta di nulla. Tieni gli occhi chiusi, se senti un fruscio mentre dormi. Devi stare al gioco se vuoi la pace nel tuo armadio».
«Vestiti che vogliono brillare, come le bombe».
«Vestiti che hai paura a rimettere, perché quel giorno sei stata cosí felice».
«Le vite non vogliono essere risparmiate. Ogni cosa, ogni corpo, non chiede che questo, sgualcirsi, logorarsi, cadere e ferirsi, sporcarsi e cicatrizzare, urtare, sanguinare, ricucire».

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