Presspartout magazine – 03/04/2014

Beyond Frontiers: programma di internazionalizzazione dell’Università di Catania

Beyond Frontiers è un programma d’internazionalizzazione, nonché un’importante opportunità dell’ateneo di Catania che offre ai propri studenti un contributo finanziario a sostegno delle spese per lo svolgimento di un periodo di studio o di ricerca in ambito non comunitario. Per l’anno 2013-2014 il programma di mobilità prevede, infatti, l’erogazione di 12 borse di € 3.600 cadauna a favore dei candidati vincitori. Beyond frontiers permette dunque di trascorrere un periodo di studio o di ricerca di un semestre accademico, da un minimo di 3 a un massimo di 6 mesi, presso sedi universitarie extraeuropee con le quali l’Università ha sottoscritto appositi accordi. Destinatari di questo progetto sono gli studenti di livello avanzato iscritti presso l’Università degli Studi di Catania. Il programma permette l’accesso a diversi tipi di attività, dalla ricerca per la preparazione della tesi o inerenti al dottorato alla frequenza di corsi di studio.

Gestori dei lidi palya infuriati con la Regione

I proprietari degli stabilimenti balneari in viale Kennedy si sono infuriati dopo il nuovo decreto presidenziale firmato anche dall’assessore al Territorio e ambiente Maria Lo Bello, che punta ad aumentare la concessione delle spiagge fino al 600 per cento in più. A conti fatti, spiega Ignazio Ragusa, presidente regionale del sindacato italiano balneare e proprietario del lido Polifemo alla Playa etnea, non si riuscirà nemmeno a pagare l’iva, senza considerare il rinnovo non più automatico delle licenze e altri problemi del viale Kennedy, come il furto di grate e ringhiere di ferro.
Il rischio che alcuni stabilimenti possano non aprire è molto alto. Attualmente non è possibile stilare un piano finanziario che possa stabilire la possibilità di affrontare l’imminente stagione estiva o meno mantenendo, tra l’altro, prezzi competitivi. Ciononostante, i proprietari dei lidi non si perdono d’animo e propongono alla Regione: «Abbassate la tassa di concessione demaniale e noi investiremo il risparmio in servizi».

“Etna prima nostra e poi dell’UNESCO”

«Fare vergognare sia le istituzioni sia la gente incivile» è l’obiettivo di Marco Rosso, fondatore del gruppo su Facebook “Etna, prima nostra e poi dell’Unesco”. Stanco dell’indifferenza delle autorità competenti Rosso, 39 anni di Pedara, ha creato il gruppo per segnalare abbandono, degrado e incuria della zona del parco dell’Etna e dei limitrofi comuni. Infatti, ai bordi delle strade, passeggiando nei boschi o visitando grotte e crateri, ci si imbatte nei rifiuti più disparati: dai semplici sacchetti di immondizia domestica, abbandonati anche da campeggiatori incivili, a materassi, frigoriferi, copertoni, persino resti di automobili e coperture di eternit.
Dunque, non sono solo rifiuti comuni ma anche rifiuti speciali che preoccupano, e non poco, gli abitanti delle zone adiacenti alle discariche abusive all’aperto. Il gruppo conta già un centinaio di partecipanti che, stanchi dell’incuria, dell’inciviltà e della cattiveria di gente che abbandona la spazzatura sull’Etna e sulle strade, condividono foto e brevi video e segnalazioni sul degrado della montagna.

CODACONS: nuovi tesori dimenticati

Il dipartimento Ambiente del CODACONS, all’interno dell’operazione “Tesori archeologici dimenticati” che ha come obiettivo la riscoperta, il recupero e il godimento del nostro patrimonio archeologico abbandonato, ha nelle scorse settimane denunciato l’impossibilità alla visita di numerosi reperti. Tra questi, la necropoli scoperta oltre mezzo secolo fa sotto “la Rinascente”, il grandioso monumento sepolcrale nel giardino di “villa modica” in Viale Regina Margherita e della chiesa di Sant’Euplio nella quale, secondo alcuni studiosi, vi sarebbe la tomba del santo compatrono della città. Nelle domeniche che hanno preceduto i festeggiamenti agatini è stato possibile visitare quest’ultima, di proprietà della Curia catanese, sita nella via omonima e distrutta completamente durante i bombardamenti del 1943. Attualmente, invece, è ufficialmente chiusa per dei lavori di restauro dalla durata indefinita.
Il CODACONS attende delle risposte, sia riguardo la chiesa di Sant’Euplio che la necropoli, mentre è sempre possibile visitare il sepolcro di Viale Regina Margherita, appartenente a privati.

Irene Cacciola

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