Decrescita

La decrescita é un progetto politico e culturale che fa capo ad un economista e filosofo francese, Serge Latouche, che si basa non tanto su una riduzione di ciò che normalmente consumiamo o investiamo, quanto su una riqualificazione e ricomposizione dei nostri consumi e dei nostri investimenti. Dice Latouche infatti: “E’ possibile immaginare una società ecologica felice, dove ognuno di noi riesce a porsi dei limiti, senza soffrirne perché non si sono create delle dipendenze. E’ ormai riconosciuto che il perseguimento indefinito della crescita è incompatibile con un pianeta finito.” Se la produzione crescesse indefinitamente, ad un certo punto nel tempo non ci sarebbe lo spazio sufficiente per gestire questa produzione. Piuttosto che interrompere la crescita bruscamente é meglio pensarci prima rallentandola ad un ritmo compatibile con la disponibilità di risorse.

La decrescita dunque non é il contrario della crescita. Ma è certamente il contrario della crescita viziata, ossia di quella crescita ottenuta riversando il costo su altri, prossimi nello spazio o nel tempo. Se quei costi fossero correttamente considerati, la crescita cesserebbe di essere positiva. In altri termini, c’e sempre qualcuno che paga i costi della crescita. Il progetto della decrescita servirebbe almeno ad equilibrare il peso e i costi della crescita.  Ma la decrescita ha altre virtù. Dalla decrescita si può passare alla crescita se si sviluppa la produzione di beni e servizi legati ai rapporti umani che normalmente non vengono contabilizzati nelle statistiche dei redditi.  È questa la decrescita felice, quella che a partire dal riconoscimento dei limiti delle risorse fisiche, esplori nuovi spazi di crescita laddove questi esistono realmente, non come sottrazione dello spazio di crescita agli altri.

É possibile raddrizzare i nostri comportamenti per arrivare ad una responsabilità sociale nuova che imponga comportamenti virtuosi? La dismisura, il mancato rispetto dei limiti, la forzatura dei confini sono sorprendentemente entrati nel nostro usuale modo di pensare. Il progetto della decrescita intende agire proprio su questa deriva di imprudenza che, in maniera inconsapevole o no, sta portando il mondo intero, e molti paesi in particolare, ad una distruzione della principali fonti di ricchezza. Sfidare i limiti sembra essere l’imperativo del nostro tempo, ignorando ogni confine naturale, geopolitico, etico e antropologico. Il peccato di dismisura cui corrisponde la virtù della prudenza é stato rivoltato su sé stesso. Il legittimo anelito di libertà si é trasformato in cieca prova di forza. Non più ricerca di spazi nuovi, ma aggressione a ciò che già esiste ed é noto.  Non è difficile rinvenire anche nell’esperienza del nostro paese questo peccato di dismisura. La crescita smisurata dei debiti delle pubbliche amministrazioni ne é un esempio perfetto. Il debito é lo strumento lecito per far pagare ad altri l’uso di risorse. Il progetto della decrescita avrebbe molto da dire su questa crescita sconsiderata. Esso ci ricorda che esiste un limite alle nostre possibilità. Ignorarlo é un peccato che prima o poi qualcuno di noi sconterà.

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