Ornella Sgroi, l’ossessione del tempo in sedici racconti

Esordio letterario per la giornalista e critica cinematografica. Con “Le contradizioni del mentre”(Le farfalle edizioni), Ornella Sgroi racconta con un’elegante leggerezza frammenti di una vita moderna ossessionata dallo scorrere del tempo.

I racconti di Ornella Sgroi sono come lei: delicati e gentili, solidi e resistenti. Dicono che i libri di racconti piacciono meno dei romanzi, ma è una sciocchezza e questa raccolta lo conferma. Si tratta di narrazioni che hanno in comune il punto di vista, quello di una giovane donna che si aggira inquieta tra la Sicilia, dove l’autrice è di casa, Milano, dove la fretta è la norma, oppure Venezia, dove Ornella si reca ogni fine estate per recensire i film della Biennale, la Mostra del Cinema (non ho mai capito perché, accadendo ogni anno, continui a chiamarsi Biennale). Perché la Sgroi è anche critico cinematografico e può accadere di vederla a tarda notte parlare di cinema in una trasmissione televisiva. Come quasi tutte le giovani donne, le sue protagoniste devono combattere con capi e capetti che dominano le scene dall’alto della mascolinità. Accade così che, per non soccombere, sia necessario ricorrere a massicce dosi di ironia. Che in questo caso si rivelano componenti di stile e di linguaggio, tra un Mojito consumato come fosse vitamina e una risata incosciente di ragazzi. L’ultimo dei racconti cerca di districarsi tra memoria del passato, estemporaneità di un presente divorato a colpi di vuoto, ansia per un futuro al quale ormai quasi più nessuno è disposto ad offrire asilo. È troppo definire tutto ciò poesia?
(Roberto Faenza)

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